Risonanze

Antonio Allegri in poesia, 1: Julius Hübner

     Un principio cardine nella storia della tradizione classica è il legame intimo e profondo che stringe assieme poesia e pittura. Un solo esempio nel tardo Medioevo: i sonetti che Petrarca dedicò a un perduto ritratto di Laura eseguito da Simone Martini. In età rinascimentale questa idea trovò conferma nei frequentissimi componimenti poetici dedicati agli artisti o a loro singole opere. Naturalmente questo vale anche per Antonio Allegri: nella prima edizione delle Vite (Firenze 1550), Giorgio Vasari riporta due poesie latine dedicate al pittore (senza indicarne l’autore), in quella successiva (Firenze 1568) solo la prima delle due, ma vi si aggiunge che è di “messer Fabio Segni, gentil’huomo fiorentino”.

Julius Hübner, Autoritratto (1859). Collezione privata.

     Da questo momento in poi, le composizioni in versi per Antonio Allegri sono numerosissime. Le si incontra in occasioni disparate e impreviste, come nel caso del “breviario per immagini” della galleria di Dresda scritto da Julius Hübner (1806-1882) nel 1857 [1]. Professore alla Königliche Kunstakademie di Dresda dal 1841, Hübner aveva pubblicato proprio l’anno prima un catalogo della pinacoteca sassone che ebbe diverse riedizioni fino agli anni Ottanta [2]. Per tutta la vita Hübner affiancò dunque alla sua attività di pittore, anche quella di studioso e di poeta; attività che in certi momenti si sovrappongono, se è vero che nel citato catalogo della Gemäldegalerie compaiono due sonetti dedicati a quelli che egli considerava le vette dell’intera raccolta, la Madonna Sistina di Raffaello e la Madonna del borgomastro Meyer di Hans Holbein [3].

Julius Hübner, Verzeichnis der königlichen Gemälde-Gallerie zu Dresden (1856), retrocopertina.

     Questa sua inclinazione lirica si comprende meglio se si guarda al suo intenso rapporto con il mondo della musica: già nel 1833 aveva partecipato a una celebrazione in onore del principe ereditario di Prussia a Düsseldorf: l’Israele in Egitto di Händel, diretto da Mendelssohn, venne accompagnato da Lebende Bilder, quadri viventi progettati da Hübner e dal cognato Eduard Bendemann. Lo stesso Mendelssohn li descrive con entusiamo in una lettera alla sorella [4]. Nel 1843, progetta il monumento eretto a Bach su iniziativa di Mendelssohn; nel 1848 è padrino di Ludwig, quinto figlio Robert e Clara Schumann che, molti anni più tardi (1879), dedicherà a lui e alla moglie una composizione per pianoforte in occasione delle nozze d’oro.

    Tanto nella prima parte (1857), quanto nella seconda (1859), il “breviario per immagini” di Hübner è una sorta di antologia della pinacoteca di Dresda: ogni quadro scelto è illustrato da una litografia e commentato da un sonetto in cui l’effusione lirica finisce per sormontare i cenni descrittivi. La consistente presenza degli artisti italiani è guidata – come ci si poteva attendere – dalla Madonna Sistina di Raffaello, e da altri due suoi quadri (ma oggi sappiamo che si tratta di copie [5]); sono tre anche le opere assegnate a Tiziano (e si vede che non è ancora arrivata l’ampia revisione delle attribuzioni che di lì a poco culminerà negli studi di Giovanni Morelli) [6]. Ma il pittore che si guadagna il maggior numero di incisioni e di sonetti è Antonio Allegri: la Notte, la Maddalena [7], il cosiddetto Medico (opera da tempo espunta dal catalogo del pittore), la Madonna di san Giorgio. Una scelta singolare ai nostri occhi, dal momento che esclude la Madonna di san Sebastiano a vantaggio di un’opera tutt’altro che straordinaria come il ritratto del Medico.

    Gli orientamenti di Hübner diventano ancora più chiari quando si osservano i ritratti con cui si chiudono i due volumi: il primo è del Correggio, il secondo di Tiziano (le uniche incisioni dei due volumi su disegno di Hübner stesso). L’importanza attribuita ai due pittori è piuttosto singolare, se si tiene presente che nel pressoché contemporaneo catalogo della stessa collezione il primato veniva assegnato invece a Raffaello e a Holbein: l’incisione della retrocopertina mostra i loro volti entro una folta ornamentazione di gusto Biedermeier.

     Nella litografia che chiude il secondo volume del Bilder-Brevier Tiziano è descritto nel momento in cui è colto dalla morte mentre ancora dipinge (in alto la scritta è Vita brevis, Ars longa).

Julius Hübner, Tiziano, da Bilder-Brevier der Dresdner Gallerie (1859).

     È ritratto davanti a un quadro anche Antonio Allegri (si riconosce la sua Madonna di san Sebastiano): le gambe accavallate e la testa appoggiata al palmo della mano contrassegnano il carattere malinconico, l’ennesimo segno della dipendenza dalla biografia di Vasari (“era nell’arte molto maninconico e suggetto alle fatiche di quella”); un cartiglio avvolto attorno a una ghirlanda riporta l’affermazione che Correggio avrebbe fatto davanti a un quadro di Raffaello: “Anch’io sono pittore!”. Un aneddoto di cui ancora non conosciamo la fonte, ma che dal Settecento in poi ebbe straordinaria diffusione [8]. Del resto, anche il sonetto – che si conclude appunto con “Auch ich bin Maler!” – è incentrato sullo stesso aneddoto [9]: all’inizio, è Antonio stesso che parla rivolgendosi ai pittori che ha amato e sono stati modello (non c’è alcun nome); l’artista afferma di aver guardato con incanto alle loro opere, in cui ha scoperto “la caducità trasfigurata nella permanenza, l’asprezza del mondo intrecciata con lo splendore celeste”. A questo punto l’autore si rivolge al Correggio: davanti ai maestri del passato si era sentito “povero e piccolo”, ma aveva continuato “a perseguire con coraggio la verità”; e per questo sarà “un esempio per coloro che aspirano a cose grandi, che ogni volta osano di nuovo combattere”, come aveva fatto esclamando “anch’io sono un pittore!”.

     Nel 1871 Hübner divenne direttore della Galleria di Dresda, proprio nel momento in cui raggiungeva l’apice il dibattito sulla Madonna di Holbein, su quale fosse l’originale tra i due esemplari di Darmstadt e di Dresda: fu proprio in questo suo primo anno di direzione che si decise di esporre assieme le due versioni, e ci si rese conto che quella della pinacoteca sassone era una copia del XVII [10].

     Nonostante il nuovo incarico, Hübner non rinunciò alla poesia: nello stesso anno esce Helldunkel (chiaroscuro). Anche in questa raccolta il mondo dell’arte rinascimentale è ben presente: sonetti sono dedicati a due disegni di Giorgione, a Perugino, a opere di Raffaello e Michelangelo [11]. E ci sono anche Correggio e Tiziano, ma questa volta assieme: i versi raccontano l’accorato rimprovero che Tiziano avrebbe rivolto agli abitanti di Parma, incapaci di riconoscere la sovrana grandezza (“Hoheit “) di Antonio Allegri (un altro aneddoto leggendario).

Claudio Franzoni

 

 

  1. Julius Hübner, Bilder-Brevier der Dresdner Gallerie. Mit Original-Radirungen von H. Bürkner u. A., Dresden, Verlagsbuchhandlung von Rudolf Kuntze 1857.
  2. Julius Hübner, Verzeichnis der königlichen Gemälde-Gallerie zu Dresden. Mit einer historischen Einleitung und Notizen über die Erwerbung der einzelnen Bilder, Dresden, Liepsch & Reichardt 1856; cfr. Elisabeth Hipp, Julius Hübners Katalog der Gemäldegalerie im Semperbau von 1856, in “Dresdner Kunstblätter”, 49, 2005, 4, pp. 229-234.
  3. Ivi, pp. 31-32.
  4. Felix Mendelssohn Bartholdy, Briefe, ed. Paul Mendelssohn Bartholdy, Leipzig 1889, II pt., pp. 8 e segg.
  5. Una copia della Madonna della Seggiola [Gal. nr. 97], e una copia di Denys Calvaert della Santa Cecilia [Gal. nr. 94].
  6. Su questa fase cfr. Valentina Locatelli, Italian Painters, Critical Studies of their Works: the Gemäldegalerie Alte Meister in Dresden. An overview of Giovanni Morelli’s attributions, in “Journal of Art Historiography”, 13, 2015, pp. 1-22.
  7. Un prezioso elenco di componimenti poetici ispirati a questo quadro si trova in Valentina Locatelli, La Maddalena leggente di Correggio: storia di un’appropriazione, in Kornelia Imesch, Karin Daguet, Jessica Dieffenbacher, Deborah Strebel (edd.), Transdisziplinarität in Kunst, Design, Architektur und Kunstgeschichte, Oberhausen 2018, pp. 140-142.
  8. Claudio Franzoni, “Correggiescity”: appunti sulla ricezione di Correggio tra Seicento e primo Ottocento, in “Taccuini d’arte”, 9, 2016, pp. 40-41.
  9. Hübner, Bilder-Brevier pp. 27-28: “Correggio / Den Strebenden / Ihr hohen Geister, dieser Zeit entronnen, / Der ihr ein Vorbild unerreichbar seid – / Unsterblich nun in alle Ewigkeit – / Wie hat mein Herz Euch innig lieb gewonnen! / Auf Euren Tafeln, wie in Zauberbronnen, / Schau’ ich entzückt, was sonst so fern, so weit – / Verklärt in Dauer die Vergänglichkeit, / Die herbe Welt mit Himmelsglanz umsponnen!“. / So sprachst Du wohl! Und vor so hoher Klarheit / Erschienst Du selber wohl Dir arm und klein – / Doch strebtest Du nur muthiger nach Wahrheit! / Den Strebenden sollst Du ein Vorbild sein, / Dass immer neu den Kampf sie wieder wagen, / «Auch ich bin Maler!» einst mit Dir zu sagen!”.
  10. Lena Bader, Faitiches der Kunstgeschichte. Ein deutsch-französischer Dialog über wiederkehrende Bildphänomene und andere Phantome, in “Trajectoires”, 9, 2015 <https://journals.openedition.org/trajectoires/1542>.
  11. Helldunkel. Aus dem poetischen Tagebuch eines Malers, Sonette und Lieder, Braunschweig 1871, p. 189: Liebesbrunnen. Zu einer Zeichnung des Giorgione; p. 190: Penserosa. Zu einer Skizze von Giorgione; p. 195: Apollo und Amor. Nach Raphael (1856); p. 231: Raphael (1865); p. 232: Michael Angelo (1865); p. 233: Der alte Perugino an die Florentiner (1867); p. 280: Die Nacht des Michelangelo (1864).