Correggio
e i grandi collezionisti

Le opere di Correggio – come quelle degli altri grandi maestri del Rinascimento e delle epoche successive – sono presenti in molti grandi musei d’Europa, e non solo. Come mai sono arrivate là, e perché non sono rimaste in Italia?

La risposta è semplice: perché, dalla fine del Cinquecento, il nome del pittore ha attirato grandi e piccoli collezionisti, desiderosi di possedere uno (o più) dei suoi quadri. Si tratta di lunghi (e a volte complicati) passaggi di proprietà che coinvolsero figure di primo piano della vita culturale e politica dell’Europa moderna e che descrivono in maniera concreta l’apprezzamento di cui Antonio Allegri ha goduto per secoli fino a oggi.

Un apprezzamento che non si ferma alla sola persona del proprietario; infatti, attorno a queste collezioni – in particolare quelle principesche – ruota tutta una serie di figure: mercanti, esperti, mediatori, artisti e copisti, visitatori e viaggiatori.

Cesare Aretusi

Ritratto di Ranuccio I Farnese

Fine del XVI sec. Parma, Galleria nazionale.

In un inventario del 1587 dei beni di Ranuccio Farnese, duca di Parma (1569-1622), compare anche la cosiddetta Zingarella (Napoli, Capodimonte).

Martino Rota

Ritratto dell’imperatore Rodolfo II di Austria

C. 1578. Vienna, Kunsthistorisches Museum.

L’imperatore Rodolfo II d’Austria (1552-1612), da accanito collezionista quale era, riunì nella sua Wunderkammer (camera delle meraviglie) una ricchissima, quanto variegata raccolta di oggetti e opere d’arte; tra questa spiccava la serie degli Amori di Giove di Antonio Allegri: la Danae, il Ganimede, la Leda, e la Io.

Anthony van Dyck

Ritratto di Carlo I d’Inghilterra

1636. Windsor, Royal Collection.

La raccolta artistica di Carlo I d’Inghilterra (1600-1649) spiccava per quantità (oltre 1500 dipinti) e per qualità (possedeva opere di Leonardo, Raffaello, Tiziano, Rembrandt). Due anni prima di diventare re, nel 1623, acquista in Spagna un’opera di Antonio Allegri, il San Giovanni Battista che proveniva da Santa Maria della Misericordia a Correggio, e che ancora oggi si trova nelle collezioni reali. Era sua anche la Maddalena oggi alla National Gallery di Londra: come testimonia un inventario del tempo, si trovava addirittura nella camera da letto del re. Negli appartamenti reali si trovava anche il San Girolamo in meditazione davanti a un teschio  e la Sacra Famiglia con san Girolamo. Carlo I possedeva inoltre due dipinti di Correggio che gli esperti del tempo (e di oggi) consideravano capolavori indiscutibili: la cosiddetta Antiope e l’Educazione di Amore. I due quadri, in sèguito alla vendita della collezione reale (Carlo I venne decapitato nel 1649), passarono in Francia, e oggi sono esposti al Louvre. Ma la presenza di Antonio nelle collezioni reali non finiva qui: il re aveva acquisito da Mantova anche l’Allegoria della Virtù  e l’Allegoria del Vizio.

Ottavio Leoni

Ritratto del cardinal Ludovico Ludovisi

C. 1621. Roma, Museo di Roma.

Il cardinale Ludovico Ludovisi (1595-1632) fu tra i maggiori collezionisti d’arte e di antichità nella Roma di inizi Seicento; appartenne a lui anche la Natività con i santi Giovannino ed Elisabetta (Milano, Brera).

Sébastien Bourdon

La regina Cristina di Svezia

(1653). Stoccolma, Museo Nazionale.

In seguito alla guerra dei Trent’anni e alla pace di Westfalia (1648), Cristina di Svezia (1626-1689) acquisì diverse opere già appartenute a Rodolfo II, tra le quali la Leda e la Danae.

Pierre Mignard

Ritratto del cardinal Giulio Mazarino

(1659). Chantilly, Musée Condé.

Il cardinal Giulio Mazarino (1602-1661) ebbe nella sua collezioni più di un quadro del Correggio: la Sacra Famiglia con san Giovannino, la cosiddetta Antiope , l’Allegoria del Vizio.

Hyacinthe Rigaud

Luigi XIV re di Francia

1701. Parigi, Louvre.
Pietro Rotari

Ritratto di Augusto III di Sassonia

(1755). Dresda, Gemäldegalerie.
Louis-Michel van Loo

Ritratto della regina Elisabetta Farnese

(1739). Madrid, Prado.

Nell’inventario dei beni di Elisabetta (Isabel) Farnese nel palazzo reale a La Granja de San Ildefonso (1746) figurava la Madonna col Bambino e san Giovannino oggi al Prado.

François Gérard

Ritratto di Gioacchino Murat, Re di Napoli e delle Due Sicilie

C. 1811. Collezione privata.

Nei primi anni dell’Ottocento, a Napoli, Gioacchino Murat (1767-1815) possedette l’Educazione d’Amore  e l’Ecce Homo.

Claudio Franzoni