


Ricostruzione virtuale dell’ingresso dello Studiolo di Isabella d’Este con le due Allegorie di Correggio (da “IDEA: Isabella d’Este Archive”).
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Parigi, Louvre:
Allegoria della virtù
Ca. 1530-1531, tempera su tela, cm 149 x 86.
La prima notizia delle allegorie della Virtù e del Vizio ora Parigi si trova nell’inventario dello Studiolo e della Grotta di Isabella d’Este, marchesa di Mantova, redatto alla sua morte (1542): “(…) dui quadri posti dal capo de la porta ne la intrata, di mano del già Antonio da Coregio, in uno dei quali è dipinto l’istoria di Apolo et Marsia, ne l’altro è tre Virtù, cioè, Fortezza, Giustitia et Temperantia, le quali insegnano ad un fanciullo misurare el tempo, a ciò possa essere coronato di lauro et acquistare la palma”.
Come dimostra l’inventario appena citato, il dipinto (e l’altro raffigurante l’Allegoria del Vizio) si trovava di fianco alla porta d’ingresso dello Studiolo di Isabella d’Este all’interno del Palazzo Ducale di Mantova, in Corte Vecchia; in questo spazio, per quanto di modeste dimensioni, la marchesa di Mantova aveva collocato anche quadri di Mantegna, Perugino e Lorenzo Costa.
La complessa allegoria presenta al centro la figura di Minerva, affiancata da due giovani donne sedute e un putto. Minerva viene incoronata da una figura alata alle sue spalle, mentre tre figure femminili alate irrompono dall’alto. Tutte queste figure sono state oggetto negli ultimi decenni di diversi tentativi interpretativi, che tuttavia non smentiscono la lettura tradizionale del dipinto come celebrazione della virtù.
Gli studi preparatori che portarono il Correggio alla versione definitiva del Louvre sono documentati sia da disegni, sia dai dipinti incompiuti della Galleria Doria Pamphilj e di collezione privata inglese (oggi a Edimburgo).

Allegoria della virtù
Ca. 1530, tempera su tela, cm 150 x 86.

Allegoria della virtù
Ca 1530, olio su tavola, cm 100 x 83.