Parigi, Louvre:

Matrimonio mistico di Santa Caterina

ca. 1525, olio su tavola, cm 105 x 102.

La prima attestazione dell’opera si trova in Vasari, nella vita di Girolamo da Carpi: “andò a Modana per vedere l’altre opere di mano del Correggio; là dove arrivato, oltre all’essere restato nel vederle tutto pieno di maraviglia, una fra l’altre lo fece rimanere stupefatto: e questa fu un gran quadro, che è cosa divina, nel quale è una Nostra Donna che ha un putto in collo, il quale sposa santa Caterina, un san Bastiano [Sebastiano] et altre figure, con arie di teste tanto belle che paiono fatte in paradiso, né è possibile vedere i più bei capegli [capelli] né le più belle mani o altro colorito più vago e naturale. Essendo stato dunque da messer Francesco Grilenzoni, dottore e padrone del quadro, il quale fu amicissimo del Coreggio, conceduto a Girolamo poterlo ritrarre, egli il ritrasse con tutte quella diligenza che maggiore si può imaginare”.

La scena del Matrimonio mistico di santa Caterina, che compare quattro volte nelle opere a destinazione privata del pittore, dipende dalla Legenda aurea di Iacopo da Varazze (1228-1298), testo in cui si racconta una visione della santa: Gesù le infila al dito l’anello nuziale, segno della totale adesione di Caterina alla fede cristiana.