1522 c.
affresco staccato
Parma, San Giovanni Evangelista
La lunghissima impresa rende parlante l’intera basilica come luogo del sacrificio cristiano per eccellenza (la Messa) e ricorda i sacrifici antichi, pagani e biblici, resi a Dio come adorazione, impetrazione, riconoscenza.
La simbologia generale è ben spiegata nei testi di padre Giuseppe M. Toscano, e sicuramente vi presiede un programma iconologico teso a rivelare la Santa Messa come la compiutezza suprema di tutti i sacrifici. Il Correggio diede i disegni e diresse il lavoro degli aiuti. Non è da escludere il suo intervento nei tratti di maggiore importanza, come quello – già nel presbiterio – che poi fu coperto da un organo. L’autografia del Maestro può accendersi in questi fanciulli, animatamente indaffarati presso un’ara pagana, i cui giovani corpi – secondo la felice espressione di Silla Zamboni – appaiono fusi come in un tenero miele rappreso.